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NUOVO VENETO CITY: MIRANO, ATTENZIONE ALLA VIABILITÀ!

Nelle scorse settimane abbiamo letto dai giornali del via libera dato dal Comune di Dolo a nuovi insediamenti produttivi e logistici nell’area dove doveva sorgere “Veneto city”. Molti ricorderanno quel mastodontico progetto dei primi anni 2000 che tanto ha fatto discutere i territori della Riviera del Brenta e del Miranese. Veneto city, localizzato nei terreni ad Arino di Dolo e confinante con Pianiga e Mirano, a primo impatto poteva spaventare, ma a riguardare bene i progetti o i rendering (in parte visibili ancora oggi nel web) si trattava, a mio avviso, di qualcosa di innovativo e probabilmente sostenibile. Oltre a centri direzionali e congressuali, si prevedevano spazi fieristici, centri di ricerca, università, un nuovo ospedale e un’ampia piantumazione di alberi e spazi verdi pubblici. I collegamenti al resto del Veneto sarebbero stati garantiti da una rete viaria parallela, piste ciclabili ma sopratutto una fermata del treno (metropolitana di superficie). Il progetto si arenò per la crisi economica e per le proteste di molti comitati ambientalisti e parte della politica. Nel 2021 gli enti interessati hanno definitivamente messo la parola fine stralciando l’accordo di programma firmato una decina di anni prima.

Alcuni mesi dopo il Comune di Dolo ha deciso di riprendere la discussione su quelle aree e, come dettato dal piano urbanistico, ha accettato la proposta di insediare un centro logistico molto importante. Si stima che porterà 500 posti di lavoro ma essendo per l’appunto logistico ci troveremo a fare i conti con molti capannoni che serviranno da base ad aziende di rifornimento merci, e una quantità di traffico nettamente superiore a quella attuale. L’unico casello autostradale presente in zona è quello di Vetrego, territorio di Mirano. Tralasciando tutte le varie discussioni sul numero dei veicoli che passeranno (sicuramente in aumento) e sulla bontà o meno del progetto generale, penso sia da puntare solo ed esclusivamente ad una cosa: la riapertura di Roncoduro o quantomeno di un nuovo casello che possa servire la nuova zona logistica e tutta la Riviera del Brenta, lasciando a Vetrego un semplice e comodo accesso all’autostrada/tangenziale a servizio dei miranesi. La Riviera del Brenta, che soffre da anni un pesante traffico nella via principale, si è già fatta sentire in parte, ora manca Mirano, cioè il comune che più di tutti subirà questo aumento di traffico avendo il casello nel proprio territorio. Mirano, silente in questo momento, deve dire la sua ma sopratutto deve evitare gli errori del passato, quando oltre a subire il tracciato del passante, a discapito di tutti, ha subito anche l’autogol del casello di Vetrego e il ricorso al Tar (perso) sui famosi 19 milioni di euro. Il 2024 deve essere questo: puntare i piedi per un nuovo casello tra Roncoduro e Pianiga, alleggerire Mirano dal traffico ed evitare l’ennesima sconfitta per il territorio!

Andrea Tomaello