OFFICINE E CARROZZERIE: COME CAMBIA LA MOBILITA’ DOPO LA PANDEMIA
Ogni grande crisi provoca forti stravolgimenti nella società, nella vita delle persone e nelle loro abitudini. Le misure di distanziamento sociale, l’abitudine a stare isolati e la paura di entrare in contatto con altre persone hanno fortemente impattato sui nostri comportamenti e di conseguenza su molti settori dell’economia italiana. Non fa eccezione a questi ragionamenti il fattore mobilità. Una recente indagine condotta sul settore Automotive (officine e carrozzerie) da Wurth rivela che quasi l’80% degli italiani abbia azzerato o fortemente diminuito la percorrenza in auto settimanale, e i km medi percorsi in settimana registrano un – 96%, effetto su cui le misure del lavoro agile e dello smart working hanno fortemente inciso e che verosimilmente andranno a sfumarsi nei prossimi mesi con il progressivo allentamento delle restrizioni, ma che per settori come quello dell’automotive pongono significanti interrogativi sul proprio futuro e sui cambiamenti che si dovranno effettuare per mantenersi a galla, anche in modo repentino.
Storicamente, infatti, spesso la fine di un’epidemia comporta una rapida ripresa dell’economia, anche se l’effetto dell’aumento delle materie prime da una parte e della guerra in Ucraina dall’altra sembrano in grado di rallentare la ripartenza, ma si lavorerà diversamente dal pre-pandemia. E' lecito attendersi infatti che gli effetti del lockdown si esauriranno a lungo termine, modificando in maniera radicale il modo in cui socializzeremo, faremo shopping, lavoreremo o andremo al bar e anche, perché no, ci recheremo in officina Si ma come cambierà? Ci viene incontro Ipsos, società di consulenza che si occupa di ricerche di mercato, che facendo un paragone con il settore automotive in Cina (unico paese già entrato in una fase post-coronavirus) ci dice che l’automobile privata è passata dal terzo al primo posto come soluzione di mobilità, in quanto le persone la vedono come unico mezzo sicuro per spostarsi oltre all’aspetto psicologico (evidenziato anche da Il Sole 24 Ore Motori) che ricopre una valenza simbolica in quanto strumento per recuperare la nostra autonomia e la ritrovata libertà sociale. Tornando al mondo automotive continuare comunque a mantenere limitati i contatti fisici porterà a delle naturali conseguenze; l’auto tornerà davvero ad essere il principale, se non l’unico mezzo di trasporto degli italiani, e la tendenza sarà di tenersi qualche anno in più la propria vettura. Questo significherà (forse) più auto, più km percorsi, maggiore necessità di assistenza, più lavoro per officine e carrozzerie, a condizione di seguire i nuovi trend del mercato, che sempre secondo la ricerca vedrà sempre più automobilisti cercare la propria officina on-line, valutando a parità di prezzi servizi complementari nuovi (es. Igienizzazione dell’abitacolo), dopo aver magari fatto la comparazione su appositi portali. Insomma, lavoro aperto ma anche necessità di ripensare il proprio modello di business, almeno secondo la ricerca; staremo a vedere.
Storicamente, infatti, spesso la fine di un’epidemia comporta una rapida ripresa dell’economia, anche se l’effetto dell’aumento delle materie prime da una parte e della guerra in Ucraina dall’altra sembrano in grado di rallentare la ripartenza, ma si lavorerà diversamente dal pre-pandemia. E' lecito attendersi infatti che gli effetti del lockdown si esauriranno a lungo termine, modificando in maniera radicale il modo in cui socializzeremo, faremo shopping, lavoreremo o andremo al bar e anche, perché no, ci recheremo in officina Si ma come cambierà? Ci viene incontro Ipsos, società di consulenza che si occupa di ricerche di mercato, che facendo un paragone con il settore automotive in Cina (unico paese già entrato in una fase post-coronavirus) ci dice che l’automobile privata è passata dal terzo al primo posto come soluzione di mobilità, in quanto le persone la vedono come unico mezzo sicuro per spostarsi oltre all’aspetto psicologico (evidenziato anche da Il Sole 24 Ore Motori) che ricopre una valenza simbolica in quanto strumento per recuperare la nostra autonomia e la ritrovata libertà sociale. Tornando al mondo automotive continuare comunque a mantenere limitati i contatti fisici porterà a delle naturali conseguenze; l’auto tornerà davvero ad essere il principale, se non l’unico mezzo di trasporto degli italiani, e la tendenza sarà di tenersi qualche anno in più la propria vettura. Questo significherà (forse) più auto, più km percorsi, maggiore necessità di assistenza, più lavoro per officine e carrozzerie, a condizione di seguire i nuovi trend del mercato, che sempre secondo la ricerca vedrà sempre più automobilisti cercare la propria officina on-line, valutando a parità di prezzi servizi complementari nuovi (es. Igienizzazione dell’abitacolo), dopo aver magari fatto la comparazione su appositi portali. Insomma, lavoro aperto ma anche necessità di ripensare il proprio modello di business, almeno secondo la ricerca; staremo a vedere.